La storia

Il birrificio artigianale Crak vinse come miglior birrificio dell’anno 2018, un concorso dove gli assaggi sono completamente alla cieca e i giudici non sanno chi abbia prodotto la birra che stanno bevendo, quindi ha pienamente meritato il titolo di birra migliore.

Il birrificio è situato a Campodàrsego, in Provincia di Padova. La loro avventura cominciò nel 2012 come beer firm, ovvero producevano birre in altri birrifici. Il birraio Marco Ruffa, socio fondatore insieme ad Anthony e Giorgia Pravato, racconta come non sia stato facile proporre subito birre di qualità, avendo avuto poco spazio di manovra nei birrifici sbagliati.

Il cambiamento

Tutto cambiò quando acquistarono tre anni dopo il loro birrificio, facendo così nascere Crak. Avere un impianto proprio è sempre stato il loro sogno e guardandosi ora alle spalle vedono tutti gli ostacoli che hanno dovuto superare, ritenendo di aver avuto un minimo incoscienza nell’intraprendere questo percorso ostico, nonostante i commenti scoraggianti delle persone che li circondavano. “CR/AK” acronimo che vuol significare l’espressione “Creative Revolution – Alternative Knowledge”.

Il nome non rappresenta solo l’appellativo del birrificio ma realisticamente è l’emblema della rottura con il proprio passato, la voglia di ripartire da zero. Ora il birrificio è probabilmente il birrificio più all’avanguardia d’Italia.

La birra “stappata”: 2020

Questa bellissima lattina 2020 di CRAK è una birra celebrativa per l’anno nuovo, una DDH DIPA da 8% . Già dall’aspetto si capisce quanto sia succosa questa birra!

Aroma: note tropicali, agrumate e floreali dovute all’abbondante luppolatura con Crita e in double dry hopping con il Nelson Sauvin.
Molto beverina, alcool nascosto, finale resinoso memorabile.