Teo Musso ci stupisce ancora una volta con una novità Baladin : Opera, il cui nome è ispirato alla casa di reclusione di Milano con cui il progetto avrebbe dovuto decollare (al momento rinviato per ragioni pandemiche).
Si tratta di un connubio tra Elixir (una belgian strong dark ale da 10%) che, a due giorni circa dal termine della fermentazione, viene impreziosita da un’aceto di birra realizzato con la Baladin Open Gold da Andrea Bezzecchi, dell’acetaia San Giacomo di Novellara (RE).
A differenza delle altre birre Baladin poi, Opera non subisce la rifermentazione in bottiglia per evitare un eccessivo sviluppo della componente acetica.
Tolta la cera lacca nera e il tappo in sughero si presenta di un bel colore ambra tendente al rame, con una piccola schiuma bianca evanescente.
Premetto di averla bevuta non troppo fredda, visto che sapevo avrei trovato molta più intensità a una temperatura di 15 gradi.
Aromi intensi e ricchi: molte calde dolcezze che ricordano sopratutto canditi, panettone, marzapane e in sottofondo una leggera nota balsamica, oltre ai sentori dei cereali maltati.
La lunga persistenza all’olfatto davvero sorprendente e piacevole.
Si riconosce fin da subito essere una birra Baladin: una bevuta pulita, complessa negli aromi ma armonica.
Di nuovo ritroviamo i sentori dolci dei canditi, della glassa, da cui emerge da subito l’elegante nota acetica che guida la bevuta per terminare ad un lieve amaro che chiude e lascia una sensazione retrogustativa di legno e di botte.
Direi un’apertura e una chiusura nel segno dell’aceto ma con estrema eleganza e delicatezza.
Anche se l’aspettativa era alta (trovare una Rodenbach all’italiana) Opera ha il merito di essere un capitolo a sè.
Gastronomica.
Non per tutti ma con un approccio che potrebbe incuriosire e piacere a molti.
Grazie per avermi dato l’opportunità di assaggiarla a pochi giorni dal lancio.