Beer Places

Bamberga

Pellegrinaggio brassicolo nella terra francone

Pellegrinaggio nella terra francone

La scorsa estate ho scelto Bamberga e la Franconia come meta birraria di un viaggio in camper.

Un viaggio in Franconia significa riscoprire tradizioni brassicole antichissime, insite nella cultura e nel modo di vivere degli abitanti. Le statistiche raccontano di consumi folli: 300 litri pro capite e della più alta densità di birrifici per chilometro quadrato al mondo.

  • La città

Bamberga è protetta dall’Unesco, fu risparmiata dai bombardamenti alleati. Fino a qualche decennio fa aveva più birrifici che chiese infatti all’inizio dell‘800 vi erano in città più di 60 birrifici, che oggi si sono ridotti a 10, numero comunque molto importante e che la rende ancora una meta molto interessante per gli appassionati bevitori.

Quasi tutti i birrifici ancora oggi mantengono un’atmosfera magica, come un tuffo nel passato. Solo a partire dall’ingresso con la grande porta ad arco che da su un corridoio dove è presente la famosa “finestrella”, la Schenke, da dove si può ordinare e attendere la propria pinta.

E’ sempre presente il tavolo “riservato ai clienti affezionati”, lo Stammtisch, dove ho avuto la possibilità di sedermi una mattina presto invitato da un baffuto anziano cliente che, come me, faceva colazione a birra al posto del caffè.

La sala principale della locanda era separata dal resto e ci accoglie tuttora con gli splendidi soffitti sorretti da travi in legno, gli enormi tavoli sociali da dividere con gli avventori locali, le caratteristiche stufe piastrellate di verde e i trofei di caccia appesi alle pareti; il tutto contornato da cameriere dal servizio a volte brusco, poco incline alle esigenze del turista.

·         Lo Spezial

 

Il luogo forse più magico è la Spezial Brau, nell’antica via del mercato principale, dove erano presenti lo scorso secolo addirittura una ventina di birrifici. Oggi ne rimangono due: lo Spezial e Fassla.

Essendo leggermente fuori dal centro storico piu turistico è un luogo preferito dai tedeschi dove si possono fare esperienze da “local”. L’edificio esterno è molto bello: uno splendido edificio in graticcio e l’insegna a bandiera in ferro battuto.

Tutti pensano che la birra più tipica di Bamberga sia quella affumicata. In realtà la più tipica sarebbe la lagerbier, la cui produzione è molto più alta rispetto alla minima quantità prodotta oggi di rauchbier, pur essendo più particolare come ricordo forse: le note fumee sono indimenticabili.

La birra più memorabile che ho bevuto in Franconia è sicuramente, almeno per quanto mi riguarda, la U del birrificio Mahr’s .

Definisce così la U il grande publican Manuele Colonna:

“Ungespundet prende il nome dal tappo di chiusura (Spund) posto in cima alle botti di legno: durante la lagerizzazione il tappo veniva parzialmente tolto per permettere la fuoriuscita di anidride carbonica ed evitare alla botte una pressione tale da farla scoppiare. Il risultato era una birra alquanto piatta, il contrario di molte lager industriali (e non) attuali, caratterizzata da un’abbondante luppolatura”.

  • La rauchbier

Per quanto riguarda le rauchbier invece… La leggenda vuole che un birrificio del luogo venne completamente o quasi distrutto da un incendio e il malto che era nel magazzino venne letteralmente affumicato dal fumo dell’incendio. Il birraio, in grandi difficoltà economiche, decise così di utilizzare ugualmente i malti contaminati per la produzione in modo da contenere le perdite. La birra che si ottenne andò letteralmente a ruba, così fu deciso di affumicare volontariamente il malto e di avviare la produzione di rauchbier.

Non sono molti i birrifici storici che coltivano quest’arte. Il più noto di tutti, e con birre ampiamente diffuse anche in Italia, è certamente la Schlenkerla, un birrificio a conduzione familiare (oggi alla sesta generazione) le cui prime tracce risalgono al 1405. La particolarità di questa azienda è la maltazione in proprio su fuoco diretto. L’orzo germinato è collocato su griglie di ferro che ricevono il calore dal fuoco sottostante. In questo modo i chicchi si asciugano e, allo stesso, tempo si “inebriano” del fumo creato dalla combustione della legna.
Il risultato sono diverse birre, la più famosa è la Märzen che prende questo nome perché in origine si produceva solo nel mese di marzo con un contenuto alcolico leggermente più elevato (5.1% vol) che le permetteva di mantenersi bevibile anche nei mesi più caldi, uniche e originali. Nella Märzen oltre al colore ambrato e alla persistente nota affumicata si potranno cogliere aromi di miele di castagno, di caramello appena bruciacchiato, di frutti scuri. In città Schlenkerla è anche un ristorante che offre la solida cucina del posto, con ampio ricorso alle carni in particolare di maiale, e un’atmosfera d’altri tempi.

  • I keller

Nei tempi passati, durante i mesi estivi si poneva il consueto problema di trovare un luogo sufficientemente fresco dove far maturare al meglio la birra dei numerosi birrifici del posto: ecco allora che in tre delle sette colline di Bamberga vennero scavati complessivamente 40 chilometri di gallerie per stoccare le botti del nostro amato nettare. Nel corso degli anni questi luoghi di maturazione sulle colline cittadine divennero punti di ritrovo per gli abitanti, iniziando una tradizione che ancora oggi delizia ogni appassionato di buona birra: le Keller, letteralmente un “andar per cantine” durante il periodo estivo. In città la collina di Stephansberg è il punto nevralgico di questa tradizione, composta di grandi spazi aperti, immersi nella natura e con grandi panche che ci regaleranno il ristoro migliore: con uno “Steinkrug” (il tipico boccale in ceramica predisposto per mantenere la birra alla miglior temperatura, anche durante un assolato pomeriggio d’estate) subito pronto a darci soddisfazione piena.

Ricordate che chi non assaggia almeno una Schlenkerla non può dire di aver visitato Bamberga! Per gli amanti della birra inoltre l’azienda del turismo organizza un tour di degustazione chiamato Bierschmecker-Tour. Personalmente lo sconsiglio visto che il costo del tour non vale assolutamente la pena rispetto al pagare le stesse pinte in ogni luogo.

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